¯
In attesa della nomina del nuovo Mossiere, Roberto Filiani ci racconta la storia dell'alternanza dei mossieri tra gli Anni Venti e Trenta.
La Voce del Palio inizia qui una collaborazione con Roberto Filiani, grande amante della nostra Festa che ha scritto numerosi libri di storia paliesca. In attesa di sapere chi sarà il successore di Bartolo Ambrosione in questo primo articolo ci parla della tumultuosa alternanza a cavallo tra gli Anni Venti e Trenta del Novecento.
In attesa del sostituto di Bartolo Ambrosione vi raccontiamo la tribolata alternanza sul verrocchio nel Palio di quasi novant’anni fa.
Nel biennio 1928/29, sui cinque Palii disputati, si alternarono ben cinque Mossieri che si trovarono a fronteggiare un cambiamento storico e rivoluzionario: l’evoluzione tecnica del ruolo della rincorsa.
Nel luglio 1928 c’era sul verrocchio il temutissimo Venturino Benvenuti che si dimise dall’incarico dopo una mossa caotica ed anarchica dove il Meloni gestì come voleva tutte le sue pedine per raggiungere poi il suo dodicesimo successo.
La “vendetta” del Venturini fu comunque immediata e molto pesante, fioccarono le squalifiche, il Meloni venne squalificato per quattro Palii ed a nulla valse il ricorso presentato addirittura presso i Savoia.
A Benvenuti, a cui era comunque stata riproposta la carica, successe Giovanni Bagnoli nominato in fretta e furia il 14 agosto 1928.
Per lo straordinario di settembre ci furono ancora moltissimi problemi e tante polemiche sulla scelta del Mossiere, all’inizio venne nominato Carlo Maccari che si dimise subito, poi ad una sola settimana dal Palio, la scelta ricadde su Olinto Ludovici.
Non andò meglio nel 1929, a luglio il Benvenuti accettò l’incarico, deciso a farsi valere e rispettare dopo le polemiche e le difficoltà dell’anno precedente.
Durante la terza prova il fantino dell’Istrice, Bovino uno che di scorrettezze se ne intendeva, ne combinò di tutti i colori cercando di forzare la mossa.
Ci fu l’intervento deciso di Amerigo Pellegrini, Comandante della Guardie Municipali e già Mossiere dal 1904 al 1907, con l’immediata squalifica di Bovino a cui seguirono le ennesime dimissioni di Benvenuti.
Sul verrocchio salì il vigile Gino Sampieri che verrà chiamato anche nell’agosto 1932 per tamponare un’altra emergenza.
Finalmente nell’agosto 1929, con la nomina di Guglielmo Ricci, tornò un po’ di stabilità sul verrocchio almeno fino al luglio 1932 quando il mossiere fu travolto dall’ondata di polemiche scatenata da un ricorso ufficiale presentato dal Bruco.
Il tutto nacque dall’innovazione tecnica dell’ingresso lanciato della rincorsa, verso il quale il Ricci si mostrò tollerante al contrario di Benvenuti.
Non a caso nel primo periodo del Ricci, dall’agosto 1929 al luglio 1932, ci furono tre vittorie delle contrade partite dal decimo posto: luglio 1930 l’Onda con Picino e Lina; luglio 1931 l’Aquila con Cittino e Lina; luglio 1932 Onda con Ganascia e Gobba di Vescona.
La protesta del Bruco verteva proprio su questo punto, si chiedeva con estrema fermezza che il Mossiere dovesse impedire alla decima chiamata di entrare lanciata tra i canapi.
In seguito alle rimostranze del Bruco si tentò di riportare sul verrocchio, per l’ennesima volta, il Benvenuti che però si dimise poco prima della tratta; richiamato il Ricci questi si dimise dopo la terza prova e come visto in precedenza toccò a Gino Sampieri dare la mossa ricorrendo all’apertura della terza busta.
Dopo un 1933 senza problemi, con il ritorno del Ricci, le polemiche ed una certa alternanza sul verrocchio continuarono anche negli anni successivi fino alla definitiva consacrazione di Guido Guidarini primatista della mossa con le sue ventotto presenze.
Roberto Filiani
Nella foto il Mossiere Venturino Benvenuti (fonte: www.ilpalio.org)