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Pietro Tonnicodi Fotografo
;assimiliano Bruttini

Oggi è il giorno di Sant'Antonio Abate


Oggi è il giorno di Sant'Antonio Abate
17/01/2018

Nelle 17 Contrade si benedice la Stalla.

Questa sera nelle stalle delle 17 Contrade, in occasione di Sant'Antonio Abate, patrono degli animali, si terrà la Benedizione della Stalla. Si tratta di un appuntamento ormai canonico per i contradaioli che iniziano a pregustare l'avvicinamento all'estate e quindi anche alle Carriere del 2018. Vi riproponiamo un articolo dello scorso sull'evoluzione della figura del barbaresco e dello "staff stalla".

"Nel corso del tempo la figura del barbaresco ha avuto un'evoluzione; fu introdotta ufficialmente nel 1839, data del rinnovo dei costumi del Corteo Storico.

Fu stabilito in particolare che nella comparsa dovesse essere aggiunto il cavallo da corsa portato a mano proprio dal barbaresco e che il fantino dovesse montare su un cavallo da parata o “soprallasso”.

In genere le Contrade per questo ruolo si affidavano a contradaioli appassionati di cavalli ma poteva accadere anche -a causa della mancanza di “materiale umano” di doversi rivolgere a persone esterne alla Contrada che ricevevano un regolare compenso.

In questi primi anni il barbaresco era una figura “poliedrica” in quanto doveva occuparsi di tutti gli aspetti legati alla salute del cavallo e al tempo stesso doveva cercare di ottenere dall'animale la "prestazione migliore" grazie ai famosi “beveroni” o “bombe” che dir si voglia.

La composizione del “beverone” poteva variare ma in genere gli elementi base erano le uova, il caffè e il marsala (oppure il cognac).

In questa fase il barbaresco racchiudeva in sé un po' tutte le figure professionali che troviamo oggi all'interno delle stalle. Probabilmente il simbolo di questa era “pioneristica” dei barbareschi fu Lorenzo Fabbri detto “Pappio”, personaggio storico della Contrada del Drago che ebbe peraltro il privilegio di montare per una prova per i colori della sua Contrada nella Carriera Straordinaria del 13 settembre 1910.

Altro personaggio simbolo di quegli anni fu Oreste Vannini detto “Bellocchio”, barbaresco della Giraffa. Bellocchio fu decisivo nella vittoria del Palio del 16 agosto 1929 poiché riuscì a rimettere in sesto la cavalla Orfanella che aveva un ematoma ad una zampa.

I mezzi allora molto limitati e se il cavallo aveva un problema ci si doveva arrangiare con quello che si aveva ad esempio Quinto Pallassini, barbaresco della Chiocciola, per rimettere in forma Sansano, vittorioso nel Palio del 16 agosto 1938 e che aveva un problema ad una zampa, usò impacchi di acqua calda e massaggi con l'alcol.

In anni più recenti ci sono state figure di rilievo nelle varie contrade di appartenenza che hanno rivestito per tantissimi anni questo delicato ruolo; possiamo citare Giancarlo Cambi detto “Baldassolo” nel Nicchio, Mario Pianigiani detto “Il Gratta” nella Giraffa, Ameraldo Bianciardi nell'Aquila, Mario Fracassi nella Lupa, Enrico Brandani detto “Bobo” nell'Oca e Gino Lotti detto “Pitto” nella Chiocciola.

Il 1967 fu un anno significativo perché per la prima volta una Contrada (l'Oca) si avvalse della collaborazione di un veterinario. L'esempio fu poi seguito da altre Contrade tra cui il Valdimontone che nel 1974 prese come veterinario di Contrada Girolamo Menichetti, una figura molto amata dal popolo di Via dei Servi.

Verso la metà degli Anni Settanta iniziò ad apparire anche la figura del guardia fantino, addetto alla "sorveglianza" del fantino durante i 4 giorni di Palio 

In seguito poi si aprì la strada per un'altra figura professionale: il maniscalco che fino alla prima metà Anni Ottanta era unico per tutte le Contrade.

A partire dalla seconda metà degli Anni Ottanta in poi tutte le Contrade hanno iniziato ad avere un proprio maniscalco di fiducia. Nel Palio attuale il barbaresco collabora con una serie di professionisti a partire ovviamente dal veterinario, al maniscalco fino ad arrivare in alcuni casi alla figura del pranoterapeuta.

Molto spesso questi professionisti affiancano il barbaresco stesso in occasione delle corse in provincia e di tutti i palii per vedere all'opera cavalli e fantini.

Come tutte le cose nel Palio anche la figura del barbaresco si è chiaramente dovuta adeguare alla società attuale ma anche adesso non ha perso il suo fascino nell'immaginario dei contradaioli e rimane una figura di assoluto rilievo e di riferimento della Festa senese".

 

Francesco Zanibelli

Foto: Pietro Tonnicodi



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