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Prima parte dell'intervista a Tempesta.
Siamo stati alla scuderia di Andrea Coghe detto Tempesta e abbiamo fatto una lunga chiacchierata parlando dell'esordio dello scorso anno ed anche del futuro. Intanto vi proponiamo la prima parte, domani pubblicheremo la seconda.
Allora Andrea, finalmente lo scorso anno se riuscito a esordire in Piazza: è arrivato troppo tardi secondo te?
"Sicuramente questo esordio lo aspettavo da tanto, io penso che non è mai troppo tardi, forse è peggio quando è troppo presto. Ci sono arrivato bello pronto e consapevole dei miei mezzi: questo in Piazza fa la differenza. Tutti i miei colleghi mi avevano detto che all'esordio "non ci capisci mai niente". Sinceramente a me non sembrava di non averci capito niente poi quando ho corso il secondo Palio mi sono accorto che all'esordio è difficile ragionare alla velocità in cui si svolge il Palio perché non c'è corsa né Palio in provincia che si possa paragonare al Palio di Siena"
L'esperienze che hai fatto negli Palii fuori Siena ti sono servite?
"In Piazza più ci arrivi pronto e con la gavetta alle spalle, anche con i Palii in provincia e meglio è. Io ho fatto 7 volte il Palio di Asti, 3 il Palio di Ferrara, 2 il Palio di Fucecchio e un Palio di Castel del Piano. Sicuramente l'esperienza in questi Palii mi è servita ma in Piazza del Campo fondamentalmente è tutto diverso. I fantini come Scompiglio, Brio, Tittia, Trecciolino e Gingillo da fuori li vedi come "mostri sacri" poi quando sei lì dentro con loro devi sentirti uguale a loro, non puoi sentirti inferiore a nessuno perché in Piazza un piccolo dubbio ti si "amplifica", hai bisogno di certezze e quelle le acquisisci piano piano con l'esperienza e con gli anni di maturità".
Nella Selva avevi già corso una prova nell'agosto del 2014: in questi anni i rapporti con Vallepiatta si sono comunque mantenuti buoni....
"Sicuramente, è stata la prima Contrada che mi ha messo il giubbetto quindi era rimasto un forte legame. La mia fortuna è stata che nonostante il cambio di dirigenza, c'è stato un percorso di continuità. La prova me l'aveva fatta Gianluca Targetti poi è diventato Capitano Alessandro Giorgi che era mangino di Gianluca. Non avevo certezze da parte della Selva, sapevo che mi tenevano d'occhio in provincia infatti mi hanno dato molti consigli che si sono rivelati preziosi. C'è stato un percorso di fiducia crescente da entrambe le parti, loro da me hanno avuto una dimostrazione di impegno e di ascolto dei consigli che mi davano. Sono arrivati poi a darmi questa bella opportunità affidandosi comunque a un esordiente che non è mai facile: sicuramente la Selva è una contrada che non mi potrò mai dimenticare".
Il tuo soprannome Tempesta come è nato?
"A luglio la situazione meteo era veramente brutta quindi scherzando col Capitano e i mangini gli ho detto: "Avete deciso di montare me, sicuramente viene fuori qualche uragano, qualche tempesta..". Siamo andati avanti quattro giorni in quel modo visto che l'umore non era dei migliori mancando le prove ed è venuto fuori poi questo soprannome".
Con tuo babbo vi siete sentiti durante i giorni del Palio?
"Per i giorni del Palio non ci siamo mai sentiti, l'ho visto per la Cena della Prova Generale, sia a luglio che ad agosto. Non mi ha mai detto niente, lui non ti mette dubbi anche perché sa che ogni cosa detta in quei giorni può essere interpretata male. E' sempre stato molto discreto comunque i consigli me li ha dati negli anni".
A luglio con la Selva avevi una "scaletta" di cavalli che sapevi che ti avrebbero fatto montare?
"No, ci stava di rimanere a piedi con l'ultimo cavallo o -a seconda degli incastri- ci stava di montare un cavallino discreto. Dipendeva dalle valutazioni di Contrada dei cavalli, non avevamo fatto una scaletta. Sapevo che comunque avevo dei fantini "davanti".
A parte la Selva, sia a luglio che ad agosto, avevi qualche altra possibilità?
"Qualche movimento c'è sempre stato, non sono stati periodi in cui non ho visto nessuno. Quando sono tanti anni che sei vicino all'esordio le strade ci sono sempre però non ti so dire se si sarebbe potuto concretizzare il mio esordio in qualche altra contrada. Qualcosina c'era ma indubbiamente i discorsi più concreti erano con la Selva.
Al tuo Palio di esordio hai montato Solu Tue Due: parlaci di questo soggetto...
"Penso che Solu Tue Due sia un cavallo che possa vincere presto un Palio, è divertente da montare e ti dà una bella garanzia in partenza. E' preparato e allenato nel migliore dei modi, penso che Francesco Caria non abbia bisogno della mia pubblicità, se la fa da solo. Purtroppo come lo pagano i fantini, l'esordio lo pagano anche i cavalli. E' stato un esordio poco positivo dal punto di vista dell'affiatamento dell'accoppiata e di seguire il cavallo durante i 4 giorni. Sicuramente non poter fare tante prove ha influito sull'adattamento del cavallo: non potendolo provare non hai quella costante crescita che avviene durante i giorni di prove e che poi si è verificata ad agosto. Con una situazione come quella di luglio non è semplice per una Contrada mettere insieme un cavallo e un fantino esordienti anche perché il parere di un fantino esordiente su quello che c'è da fare non può avere la stessa valenza di un fantino già esperto e che sa già come funziona tutto il meccanismo".
Con il cavallo comunque ti sei trovato bene...
Sì, riuscire a partire in testa con un cavallo esordiente non era semplice. C'erano 4-5 contrade che sono sempre state dentro mentre qualcun altro è stato fuori. Anche questo influisce sulla condizione del cavallo, sia mentale che fisica. Dopo la partenza c'era la Giraffa che veniva fortissimo, non ce l'avrei mai fatta contenerne l'attacco. Al primo San Martino mi sono dovuto adeguare e ho commesso l'errore di guardare soltanto chi avevo davanti e non chi avevo dietro. Al Casato Dino Pes, che di Palii ne ha fatti molti, mi ha un pò "piccionato" e quindi ho dovuto sempre subire la traiettoria del Leocorno che avevo sempre all'interno. Purtroppo non avevo sufficiente motore per superarlo ma non volevo nemmeno richiamare il cavallo e buttarmi all'interno: ero al primo Palio e non potevo permettermi di frenare. Ad agosto quest'errore mi è servito e sono riuscito a controllare meglio chi veniva da dietro. Un'altra cosa che sono riuscito a fare ad agosto è stata di non farmi sorpassare all'interno perché sono cresciuto con l'idea che all'interno non si passa: penso che traiettorie migliori non le potevo fare".
Ad agosto hai montato Quasimodo di Gallura: come è andata?
"Quasimodo è un cavallo che mi è rimasto nel cuore: non ha una grande pedalata ma è dotato di un'ottima precisione e ti permette di fare tre giri a spingere facendoti ben figurare. Sicuramente non è un cavallo con punte di velocità impressionanti in partenza poi il posto alto non mi ha agevolato. Nei posti bassi c'erano il Montone e la Chiocciola che avevano due tra i cavalli più svelti e anche Porto Alabe ha esperienza da vendere: quando ti vanno via quelli davanti e devi inseguire tutto il tempo non è facile".
Parliamo dei cavalli della tua scuderia....
"Per il Protocollo ho Tottugoddu e Lauretta Mia: Tottugoddu ha vinto 2 corse mentre Lauretta ha fatto un primo e un secondo. Per quanto riguarda Tottogoddu ho preferito non presentarlo alle previsite sia a luglio che ad agosto anche perché era chiacchierato, mi scocciava eventualmente fargli fare il Palio a 5 anni. Quest'anno rifarà tutto il circuito e secondo me potrebbe essere l'anno buono per metterlo dentro. Oltre a loro due mi sono arrivati Occolé e Tacito de Ozieri di Alberto Manenti e Querida de Marchesana. Occolé non ha bisogno di presentazioni, Tacito dovrà fare tutto l'iter e vedremo come si adatterà. Querida la montavo tre anni fa da Giovanni Atzeni, la destinerò principalmente al Protocollo. Mi è sempre piaciuta, sono tre anni che cercavo di convincere Giovanni per comprarla e quest'anno ci sono riuscito. Sono contento, è una cavalla modesta ma che però ha dei punti di forza che può far valere in Piazza".
Francesco Zanibelli
Foto: Pietro Tonnicodi