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Inizialmente si correva alla lunga.
Siamo nel 1259, quando Ferrara Bella festeggia con una corsa al Palio, il suo Marchese Azzo VII, vittorioso su Ezzelino da Romano, ed è così, come dal nulla, questa corsa divenne tradizione: vennero corsi Palii per festeggiare Patroni, nascite di persone illustri e per qualsiasi altro avvenimento importante per la città.
Ferrara Bella cominciava a vivere veramente, in quegli anni, la meraviglia della Corte degli Este: la Casata che fece di lei una culla di cultura.
“Statuimus, et ordinamus ad Gloriam, et honorem beati Giorgij huius almæ Civitatis Ferrariæ patroni, [...] equi currant ad palium aureum...”
Con questo proclama, l’Araldo invitava l’intera città a partecipare attivamente. Prendeva vita così l’amore per una tradizione che divenne Passione.
Infatti, fino al 1600 circa, non ci fu motivazione per cui queste corse al Palio non venissero disputate. Nemmeno la rottura degli argini del Grande Fiume Po, potevano interrompere la consuetudine. Niente poteva distogliere la città dal Suo Palio. Niente:
Il Palio era Vita, il Palio era Festa. Il Palio era Ferrara. Questo Palio antico si correva alla “lunga”, ovvero in un percorso che non prevedeva curve, e il premio per il vincitore era un panno di stoffa (palio), al secondo e al terzo venivano donati, rispettivamente, una porchetta e un gallo. Era così che lungo la Via Grande, la Ferrara Bella festeggiava:
con una corsa in lungo del Palio di San Giorgio (Patrono della città), le associazioni cittadine offrivano il proprio Drappo al proprietario del cavallo che avrebbe partecipato e la cui vittoria avrebbe dato Lustro all’associazione stessa. Le date per questi avvenimenti consueti erano il 23 di aprile, la festa di San Giorgio appunto, e il 15 agosto, la festa della Vergine Assunta.
Ma come tutte le cose belle, anche questa, nel 1600 finì.
Il Palio smise di esser corso, e di quella celebrazione rimasero solamente poche parate e pochi ricordi. Fu solamente nel 1933 grazie ad Italo Balbo, che la tradizione del Palio venne rispolverata: Il Palio, quindi, con tutto il suo sfarzo riprese ad esistere. Il Grande Corteo riprese a girare per la città, con i costumi di Nives Casati, il cui nome oggi resta nel ricordo nel premio donato alla migliore rappresentazione successiva al corteo, conosciuto come "spettacolo a corte". Ovviamente la catastrofe bellica fece in modo di interrompere, di nuovo, questa tradizione, che riprese poi, nel 1968 per poi non esser mai interrotta.
Il Palio che oggi ricordiamo fu quello del 1471, indetto per la nomina a Duca di Borso d’Este, che dopo la nomina da parte del Papa, tornò a Ferrara durante l’ultima domenica di maggio.
Ed è proprio l’ultima domenica di maggio che le otto contrade estensi si contendono i quattro Palii: San Giorgio, San Maurelio, San Romano e San Paolo; questi i premi per le rispettive quattro corse, di Cavalli, Asine, Putti e Putte, e per tutto il mese di maggio, Ferrara è in festa, e la fibrillazione popolare si può constatare, viva, tra le strade della città, colorata di Bandiere delle Contrade: San Paolo ( nero e bianco), Santo Spirito (giallo e verde), Santa Maria in Vado (giallo e viola), San Giorgio (giallo e rosso), San Giovanni (rosso e blu), San Giacomo (giallo e blu), San Benedetto (bianco e azzurro) e San Luca (rosso e verde).
Per chi Ama il Palio, la Ferrara di maggio diventa la Ferrara più bella di sempre. Questo è un Palio che dura un mese intero, la cui preparazione impegna tutta la città per tutto l’anno.
E’ Passione, è Amore, è Palio: E’ FERRARA!
“ESTE, VIVA!”
Sara Porru