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Pietro Tonnicodi Fotografo
Massimiliano Bruttini

Fabio Branca: "Da ragazzino il mio sogno era correre il Palio"


Fabio Branca:
04/12/2019

"Prima o poi farò due giri lanciati in Piazza del Campo".

Dopo Frankie Dettori (https://www.lavocedelpalio.it/2019/07/Frankie-Dettori-A-Siena-c%C3%A8-unatmosfera-straordinaria) e Andrea Atzeni (https://www.lavocedelpalio.it/2017/01/Esclusivo-intervista-ad-Andrea-Atzeni), abbiamo avuto il piacere e l'onore di intervistare un altro grande jockey italiano: Fabio Branca, classe 1984, che di recente ha raggiunto quota 1500 vittorie in carriera. Nel 2008 ha fatto anche un'apparizione in Piazza del Campo in occasione delle Prove di Addestramento Mattutine. Tra le altre cose ci ha raccontato anche della sua amicizia con Andrea Degortes detto Aceto.

 

Fabio, sei nato a Dorgali, un luogo in cui c'è una grande passione per i cavalli...

"Sì, adesso i bambini giocano alla Playstation, noi andavamo a cavallo di nascosto. La passione per i cavalli ce l'ho da sempre". 

 

Forse non molte persone sanno che il 28 giugno 2008 hai avuto un'esperienza in Piazza del Campo in occasione delle Prove di Addestramento Mattutine....

"Montai un cavallo di Massimo Columbu (As Invincibile n.d.r) dopo che lo aveva provato lui. Quel giro lo feci perché ci fu una persona che mi disse: "Se non sei allenato in Piazza non riesci a fare un giro di canter" quindi lo feci ma non ero molto preparato anche perché avevo anche i jeans. Mi sarebbe piaciuto farlo quando ero più allenato per dargli la via. Questa è una cosa che prima o poi voglio fare solo che non ho molto tempo ma due giri lanciati pancia a terra prima o poi li farò".

 

Ti sarebbe piaciuto montare in Piazza del Campo?

"Io sono sempre stato molto attratto dal Palio e da ragazzino prima di fare il corso da fantino il mio sogno era quello di correre il Palio di Siena. Io non ero mai entrato in un ippodromo, andavo nei Palii in Sardegna e montare a pelo mi veniva più naturale poi però ho proseguito sulla strada delle corse regolari e mi è andata bene. Ci sono stati dei momenti in cui ho pensato di venire a Siena ma è stata più per una mia "sfida personale". Gli eventi mi hanno portato poi a non abbandonare le corse regolari. Il Palio lo conosco, l'ho sempre vissuto e penso che per chi come me fa degli sport equestri è la cosa che ti mette più alla prova con te stesso e che ti fa capire veramente chi sei".

 

Tanti tuoi colleghi come Gavino Sanna, Cristiano Di Stasio e Angelo Citti si sono avvicinati al mondo delle corse a pelo: cosa ne pensi?

"Sono tutti ragazzi che a cavallo sanno montare anche se il Palio è un altro discorso. Gavino ad esempio l'ho visto montare nei Palii in Sardegna quando aveva 11 anni: è molto portato per montare a pelo e lo sta anche dimostrando".

 

Tu recentemente hai raggiunto l'incredibile cifra di 1500 vittorie in carriera ma di queste quale è quella che ricordi con maggior piacere?

"Sicuramente il mio primo Premio Pisa del 2005. Per noi che siamo cresciuti là e abbiamo fatto la scuola per fantini, il Premio Pisa è tanta roba. Tutte le corse che ho vinto mi hanno comunque dato tante emozioni".

 

Tra i tuoi colleghi fantini chi è l'avversario più "ostico" da battere?

"Tutti sono ostici e tutti vogliono vincere. Ad esempio con Dario Vargiu ci ritroviamo sempre a montare i cavalli migliori e lui è uno "tosto". Sono tutti bravi e nessuno ti regala niente anche se devo dire che ho rapporti buoni con tutti quanti. La mia fortuna è quella che so perdere: la maggior parte delle volte quando perdo me la prendo più con me stesso che con gli altri". 

 

Come vedi il futuro dell'ippica in Italia?

"Purtroppo se non cambia qualcosa è destinata a finire, il settore andrebbe completamente riformato anche se mi sembra che non sia un reale interesse a farlo. Bisognerebbe prendere spunto da paesi come la Francia ad esempio che era messa peggio di noi ma che però è riuscita a ripartire con dei nuovi progetti".

 

Nonostante questo periodo non certo buono per il settore, i fantini italiani dicono sempre la loro, anche fuori dai nostri confini...

"Sì è vero, noi italiani quando andiamo all'estero facciamo la differenza. Abbiamo un'altra scuola, a partire dai fantini anche se all'estero ci sono dei fantini molto bravi".

 

Quanto è importante la preparazione atletica per un professionista come te?

"Secondo me molto anche se io non mi sono mai allenato molto da quel punto di vista perché non sono un fantino che monta "di forza". Io parlo spesso anche con molti fantini del Palio e mi dicono che più che altro la preparazione fisica li aiuta dal punto di vista mentale".

 

Sappiamo che sei molto appassionato di musica e che hai fatto anche qualche serata in versione dj....

"Quella è un pò la mia valvola di sfogo, anche se non sembra faccio un lavoro dove ho molte responsabilità e dove ho anche delle pressioni anche se io fortunatamente me le faccio scivolare abbastanza addosso. Per quanto riguarda le serate ho un pò mollato ultimamente anche perché non sono molto compatibili con il lavoro che faccio. Adesso suono molto a casa mia: i miei generi preferiti da suonare sono la deep house e la techno, la musica commerciale da suonare non mi piace molto anche se ascolto un pò di tutto".

 

Tornando al Palio, chi è tra i fantini  quello che ti piace di più come stile di monta e non solo?

"Io ho ottimi rapporti con tutti e sono amico con molti di loro ad esempio alcuni giorni fa ero a mangiare da Aceto perché con lui ho un ottimo rapporto da anni. Lui è un mio grande tifoso, spesso mi chiama ed è una persona che mi dà una grande forza perché è stato veramente un campione. Il problema di Siena è che non ti dà tante chance; anche io ho dei mesi in cui monto male ma poi riesco a riprendermi: a Siena spesso sbagli 2 Palii e sei già a piedi. La difficoltà è che quando io perdo una corsa magari devo discutere con il proprietario e l'allenatore del cavallo mentre un fantino del Palio deve avere a che fare con la dirigenza e con il popolo della contrada".

 

Come sai in tutti i Palii d'Italia ormai (tranne Legnano) si corre solo con i mezzosangue: cosa ne pensi?

"Secondo me è giusto che ci sia più addestramento e più tutela nei confronti dei cavalli: io a queste cose tengo molto. Se andiamo a vedere le prestazioni mi sembra che alla fine non sia cambiato molto. Secondo me per reggere i 4 giorni di Palio un mezzosangue è molto più adatto di un purosangue perché il purosangue di testa è un cavallo molto più delicato".

 

Tra i cavalli protagonisti oggi in Piazza del Campo ce n'è uno che ti piacerebbe montare in corsa?

"Io i mezzosangue non li monto ma se dovessi sceglierne uno per correrci il Palio monterei Porto Alabe perché sa leggere e scrivere".

 

Hai qualche rimpianto per la tua carriera di fantino o sei soddisfatto così?

"Sono soddisfatto perché alla fine in Italia ho vinto tutto. Forse se avessi avuto un'altra testa sarei potuto andare all'estero e avrei potuto fare molto di più però non lo rimpiango perché alla fine la mia è stata anche una scelta legata alla qualità di vita. In Italia sicuramente ho guadagnato di meno e ho fatto meno carriera però ho vissuto gli amici e vicino a casa. Ho avuto molte opportunità per andare all'estero ma qui ho avuto la fortuna di trovare sempre dei buoni contratti e delle buone scuderie".

 

Concludendo questa nostra chiacchierata, hai un obiettivo che nella tua carriera ancora non hai raggiunto e che vorresti raggiungere nel breve periodo?

"Io gli obiettivi che mi ero fissato li ho raggiunti, adesso sto benissimo anche di testa e sono arrivato ad un punto in cui mi sento veramente un fantino maturo quando monto in corsa; dopo vediamo quello che succederà".



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