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Dipinto da Charles Szymkowicz.
Nono appuntamento con la nostra rubrica "L'Arte del Palio" a cura di Nicola Nunziati che ogni lunedì analizza un Drappellone da lui scelto. Oggi è la volta del Drappellone del 16 agosto 2018 dipinto da Charles Szymkowicz e che fu vinto dalla Contrada della Lupa con Giuseppe Zedde detto Gingillo e Porto Alabe.
L'Analisi pittorica
Charles Szymkowicz nasce in Belgio il 17 Gennaio 1948 da genitori ebrei-polacchi emigrati nel 1930 dalla Polonia per sfuggire alla povertà, durante la Seconda Guerra Mondiale. L'infanzia del piccolo Charles verrà segnata dalla deportazione ad Auschwitz di buona parte della sua famiglia e riuscirà, insieme ai genitori e suo fratello minore, a fuggire dai nazisti.
Scopre l'amore per l'arte fin da giovanissimo, attraverso i cartelloni pubblicitari e i poster dei cinematografi. Comincia cosi a frequentare corsi serali presso l'Accademia di Belle Arti di Charleroi. Parallelamente, nel 1963 entra alla Royal Academy of Art di Mons dove apprende le componenti fondamentali della pittura.
Szymkowicz viene segnato dal lavoro di Renato Guttuso, visibile nei forti tratti e i vivi colori. Il maestro prosegue il suo percorso con la prima mostra personale a Bruxelles nel 1970, nel '72 incontra il pittore Guttuso (autore del Palio Agosto 1971-Giraffa) con il quale proseguirà un rapporto artistico negli anni successivi. Nel 1976 diventa professore di disegno all'Accademia di Charleroi e qualche anno dopo viene nominato professore di pittura alla Royal Academy di Bruxelles.
Grazie alla profonda amicizia con il poeta Leo Ferrè, insediatosi negli Anni Settanta a Castellina in Chianti, Szymkowicz avrà modo di conoscere meglio le terre toscane ed in particolar modo quelle senesi nei molti viaggi che farà in Italia.
Artista riconosciuto per la sua possente pittura definita “neo-espressionista”, espone le proprie opere in Belgio, Germania, Italia. Proprio nel 2018, anno in cui gli verrà commissionato il Drappellone per la carriera del 16 agosto, Siena lo accoglie con una importante mostra antologica: “Memorie di ieri e di domani” una mostra che denuncia le crudeltà della storia, ancora molto attuali, un monito di ciò che è stato e una avvertenza per il futuro.
Szymkowicz dipinge il Cencio con grande energia, vigorose pennellate trasfigurano la realtà: un' immagine capace di trasmettere attraverso l'espressività e la tridimensionalità, caratteristica dell'artista. I colori emergono, sono “tattili” , è una pittura che si trasforma in scultura.
I colori sono i protagonisti assoluti di questa opera, raccontano la forza ed il calore del sole estivo, capace di delineare forme attraverso la luce. Il richiamo alla campagna senese è innegabile, la stessa che circonda la Città. Il drappo è incorniciato dalle classiche vedute di cipressi lungo la strada come se l'artista ci volesse accompagnare lungo questo magico viaggio. Alzando lo sguardo, appunto, come per magia, si erge la cupola del Duomo di Siena. Imponente, dall'altro alto, appare la Torre del Mangia. Siamo entrati in Piazza, con noi l'artista, autoritratto nel tondo dell'orologio. Un visitatore “diverso”, esattamente come il suo maestro Guttuso che si era ritratto nella folla. Anche qui a mio avviso troviamo un omaggio al maestro siciliano e, allo stesso tempo, la volontà e consapevolezza di Szymkowicz di voler cogliere ogni sfumatura della Festa.
Tre soli o tre girasoli che ruotano attorno alla Madonna come tre piccoli pianeti, esattamente come i Tre Terzi della Città, custodiscono i simboli di Siena, gli stemmi, l'araldica delle contrade, ornate di oro nel loro bestiario, fatto curioso, tutte rivolte con lo sguardo a sinistra. Solamente la Lupa che invece coglie alla sua destra forse, una veduta migliore, fatto ancor più curioso pensando al posto al canape di rincorsa.
Il terzo sole fa da corona e areola alla bellissima e dolce Madonna, con sguardo languido e un sorriso accennato. Culla un cavallo nella più classica veste materna, la stessa cura che distingue i popoli senesi verso questo maestoso animale. La mano della Madonna se da una parte lo cinge, dall'altra sembra volerlo spingere verso l'ambito traguardo, quello del cavallo nero sotto di lei, ormai lanciato all'interno della Piazza del Campo, riconoscibile dagli spicchi, come spesso accade. Anche qui il cavallo è ritratto solitario, senza fantino, padrone di se stesso e assoluto vincitore.
Bellissima la distinzione delle forme geometriche degli edifici rispetto a tutto il resto: un contrasto dettato dal legame del passato e l'evoluzione dei tempi attuali. Il gotico Senese e la figura celestiale di una Madonna moderna che passeggia per le vie sinuose, esattamente coma una contradaiola , figlia della sua Città.
La corsa
I capitani optano per un lotto con molti cavalli interessanti tra cui anche gli esordienti Rexy (Pantera), Rodrigo Baio (Tartuca), Tale e Quale (Nicchio), Queen Winner (Giraffa) e Schietta (Valdimontone). Il Drago, a cui tocca in sorte per la seconda volta Phatos de Ozieri, sembra sulla carta la grande favorita. Porto Alabe, unico cavallo ad aver vinto almeno un Palio in questo lotto, viene assegnato alla Lupa. Dopo tre anni di assenza torna tra i 10 Osama Bin, che viene assegnato al Leocorno.
Brio va a montare l'esperto Phatos de Ozieri nel Drago. Scompiglio va nella Pantera sull'esordiente Rexy, cavallo da lui allenato. Tittia sceglie la Tartuca con Rodrigo Baio, cavallo esordiente ma con ottime credenziali. Trecciolino è nel Nicchio su un altro esordiente di cui si parla molto bene: Tale e Quale. La Lupa sceglie Gingillo su Porto Alabe, il cavallo più esperto del gruppo.
Come da consolidata tendenza negli ultimi anni, le prove non regalano sorprese per quanto riguarda i cambi di monta. L'unica eccezione è la Lupa che fa esordire il giovane Federico Guglielmi per la prima prova.
La mossa è molto veloce, di rincorsa c'è la Lupa con Gingillo e Porto Alabe. Quando entra scatta in testa la Giraffa con Tremendo e Queen Winner, seguita dalla Civetta con Carburo e Tabacco e dalla Pantera mentre dalla rincorsa la Lupa riesce a sfruttare un ottimo corridoio interno e si presenta al primo San Martino in testa.
La Lupa si mantiene in testa, seguita da Giraffa, Nicchio e Civetta. La Lupa allunga sugli inseguitori mentre al secondo Casato cadono il Nicchio e il Bruco con Grandine e Solu Tue Due che dalle retrovie stava risalendo. La Lupa sembra non avere problemi e va vincere questo Palio con Gingillo, alla sua terza vittoria e Porto Alabe, al secondo successo in Piazza del Campo.
La vittoria per la Contrada di Vallerozzi mancava dal 16 agosto 2016. Il Capitano è Gabriele Gragnoli, con i mangini Cesare Celesti, Alessandro Pescatori e Giacomo Vichi. Il Priore è Luca Petrangeli.
Nicola Nunziati, Francesco Zanibelli