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Intervista al Direttore Operativo del Centro di Terapia Strategica.
Il Dottor Stefano Bartoli è psicologo e Direttore Operativo del Centro di Terapia Strategica del Prof. Giorgio Nardone, noto psicologo e psicoterapeuta. Grazie alle conoscenze in materia di management, comunicazione strategica e business, unite a tecniche avanzate di coaching, segue tanti top manager ed atleti professionisti aiutandoli nel migliorare le performance nei rispettivi ambiti professionali. Con il Dott. Bartoli abbiamo analizzato alcuni aspetti legati alla psicologia che sono validi in tutti gli ambiti e che si possono applicare anche un mondo particolare come quello del Palio. Per chi volesse approfondire questo è il sito web del Dott. Bartoli e questa la sua pagina Facebook.
Dottor Bartoli, il mondo del Palio è spesso fatto di scelte. Se pensiamo ad esempio al momento della scelta dei 10 cavalli in cui i Capitani devono scegliere i barberi oppure magari quando il fantino "big" deve individuare il cavallo per poter vincere. Nella sua esperienza quale è il meccanismo mentale che porta una persona a fare delle scelte ritenute migliori rispetto ad altre?
"Contrariamente a quello che si crede, non esistono tecniche di decision-making efficaci, proprio per la struttura psicologica dell'essere umano. Per quanto si possano fare dei ragionamenti cognitivi e razionali, l'essere umano decide sempre con un impulso sensoriale nel senso che la parte finale della decisione appartiene sempre alle emozioni. Fatta questa premessa, c'è da dire che il miglior modo per prendere una decisione è quello di chiarire bene gli obiettivi nel senso che dobbiamo chiarire ciò che vogliamo raggiungere e ottenere. Un'altra cosa interessante nel processo di decision making riguarda il fatto che ampliare le possibilità di scelta riduce la capacità di decidere cioè quando abbiamo troppe opzioni la nostra capacità di decisione diminuisce. Un esempio è quando vogliamo scegliere un film o una serie su Netflix e passiamo molto più tempo a scorrere i vari titoli anziché iniziare la visione del film. La cosa migliore da fare è di non confidare esclusivamente sui processi razionali perché può darsi che la sensazione al momento della scelta ci porti a dei meccanismi diversi. Come ho già detto in precedenza, quello che è importante in un processo di decisione è do avere chiaro l'obiettivo e prendere la decisione più "allineata" che ci permetta di raggiungere quanto stabilito in maniera più efficace ed efficiente".
Quali sono gli errori che un professionista (in questo caso un fantino) non deve commettere dal punto di vista mentale nell'avvicinamento all'appuntamento del Palio?
"Personalmente sono molti anni che mi occupo di alta prestazione insieme al Prof. Giorgio Nardone. Con lui abbiamo scritto un libro che si intitola "Oltre se stessi" in cui parliamo proprio di come elevare la performance. Tra gli errori che abbiamo visto essere ricorrenti negli atleti ed anche negli artisti professionisti, il primo riguarda il non avere chiaro l'obiettivo quindi mi ricollego alla risposta alla domanda precedente: un performer deve avere sempre chiaro l'obiettivo. In relazione a questo, l'altro errore è la mancanza di disciplina e allenamento: per raggiungere l'obiettivo bisogna allenarsi quotidianamente. L'altro errore che abbiamo riscontrato è al contrario l'eccesso di allenamento: quando siamo rigidi la performance non ne guadagna quindi dobbiamo essere disciplinati ma flessibili, questo è molto importante. Altro errore da non commettere è quello di snaturare le nostre caratteristiche. Tutti noi abbiamo delle inclinazioni e dei talenti che vanno potenziati: dobbiamo calzare la performance alle nostre caratteristiche. Quando snaturiamo le nostre caratteristiche perdiamo la capacità di gestione della nostra realtà. Infine il performer è colui che resiste ai fallimenti: cade e si rialza ed è in grado quindi di sostenere la sconfitta e di imparare dagli errori fatti per fare meglio".
Parlando con i fantini del Palio, sottolineano molto l'importanza del "lavoro di squadra" durante i 4 giorni con il veterinario e il maniscalco per migliorare la "messa a punto" del cavallo per il Palio. Quanto il concetto di lavoro di squadra è importante per raggiungimento di una performance ottimale?
"Dobbiamo fare un passo indietro. L'essere umano è un soggetto che è continuamente in relazione e non può fare a meno di relazionarsi, sia con se stesso che con gli altri. Molte volte la performance di un singolo atleta è la somma di un lavoro di squadra. Una sinergia di squadra è fondamentale: senza questo non possiamo avere una grande performance e, se ce l'abbiamo, è semplicemente un colpo di fortuna. La maggior parte degli atleti fallisce per delle criticità all'interno della propria squadra che non gli permettono di far esplodere la propria performance ottimale durante la gara".
Se le dovesse capitare di seguire un fantino del Palio nel proprio percorso mentale di avvicinamento all'appuntamento del Palio, il suo lavoro su quali aspetti si concentrerebbe maggiormente?
"Noi facciamo una sorta di "allenamento psicologico" per fare arrivare l'atleta al massimo delle proprie potenzialità durante la gara. Per fare questo usiamo il modello di "terapia strategica" messo a punto dal Prof. Nardone che permette di raggiungere gli obiettivi in maniera efficace ed efficiente, calzando l'intervento sulle caratteristiche della persona. Ogni volta l'intervento è proprio specifico. In passato abbiamo seguito atleti di tutti i tipi: giocatori di Serie A, pugili professionisti, la Nazionale Olimpica di Scherma, campioni di karate e motociclisti. Io lo scorso anno ho lavorato con una squadra di calcio di Serie A francese quindi il lavoro sulla performance è il nostro pane quotidiano però la cosa importante è che deve essere sempre calzato al soggetto".