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Il Comandante del 4º Reggimento Carabinieri a Cavallo
Durante il secondo fine settimana di Fiera Cavalli Verona abbiamo avuto il piacere di intervistare il Colonnello t. ISSMI Francesco Maria Chiaravalloti, 23º Comandante del 4º Reggimento Carabinieri a Cavallo. La Fanfara a cavallo dei Carabinieri, presente alla cerimonia di apertura della fiera, e il Carosello storico hanno regalato al pubblico uno splendido spettacolo equestre e musicale ricco di emozioni. Come non ricordare l’appuntamento che il Drappello e la carica dei carabinieri a cavallo tengono a Siena nei giorni del Palio. Con la speranza di poterli rivedere al galoppo sul tufo in tutta la loro eleganza, riviviamo alcune emozioni che il Colonnello ha voluto condividere con noi.
Come ci si sente a tornare in Fiera Cavalli e rimettersi in gioco dopo questo periodo stop anche per voi dell'Arma?
“È ovvio che per noi tornare in Fiera Cavalli a Verona è come tornare a casa. L'appuntamento di Fieracavalli è un appuntamento fisso per il reggimento a cavallo, quasi come l'appuntamento a Piazza di Siena per il concorso ippico internazionale, una tradizione che si ripete ormai da diverse decine di anni. Per noi il periodo di stop dovuto al Covid ha comportato anche il dover rinunciare a questi appuntamenti importanti come anche quello fisso in Piazza del Campo dove il drappello dei carabinieri carica prima del Palio di Siena.
Ricordo che il reggimento Carabinieri a cavallo è l'unico reparto interamente montato delle forze armate italiane. Non è solo un drappello di carabinieri che si muove a cavallo bensì un reggimento interamente montato con 250 cavalli e che opera ancora completamente a cavallo, sia per l'assolvimento dei compiti istituzionali giornalieri quali pattuglia, perlustrazione nei pacchi, nelle ville cittadine di tutte le città d'Italia, sia per perlustrare zone impervie dove la macchina naturalmente non può arrivare ed anche per fare ordine pubblico. Basti pensare che per quest’ultimo 10 cavalli fanno il lavoro di trenta/ quaranta persone ,sia in occasione di manifestazioni sportive che durante manifestazioni pubbliche a Roma o in alti posti in Italia.
Dunque per noi tornare a Fiera Cavalli è anche ritornare di nuovo alla normalità, non è la straordinarietà.”
Che voglia c'è di ritornare anche in Piazza del Campo?
“L'emozione è sicuramente diversa. Sono due eventi distinti: il carosello storico e l’esibizione che facciamo in Fiera sono la dimostrazione finale dell'addestramento e dell'affiatamento che raggiungono cavalli e cavalieri. La partecipazione in Piazza del Campo ha una portata emotiva, sia per uomini che per cavalli, che non ha paragoni con qualsiasi altra manifestazione.”
Lei che ricordo ha della sua “carica” in Piazza?
“Io ricordo la celebre curva di San Martino dove bisogna aprire le spalle, portare indietro il busto e mettere i cavalli fra mani e gambe per evitare lo scivolone. Poi l'uscita da Piazza del Campo che non è mai troppo grande per i cavalli che alla fine della carica al galoppo devono uscire. Oltre questi due momenti, sicuramente il ricordo più bello è il calore, l'affetto, la stima e la considerazione della gente fin dal momento in cui metti piede in Piazza: senti proprio il calore delle persone che ti stanno vicino e che ti supportano nelle più disparate forme dicendoti: “sono con te”. Da quando inizi a fare il giro al trotto fino alla carica finale è un'emozione impareggiabile.”