¯ "Raffaele Gambino: "Mio padre è stato allievo di Tristezza"" - La Voce delPalio
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Pietro Tonnicodi Fotografo
Massimiliano Bruttini

Raffaele Gambino: "Mio padre è stato allievo di Tristezza"


Raffaele Gambino:
23/05/2023

Preparatore e allenatore del cavallo Diorr de Mores.

Il legame con la propria terra d’origine e le sue tradizioni, la passione per i cavalli e il lavoro in ippodromo: Raffaele Gambino, originario della città di Palermo, da diversi anni lavora presso l’Ippodromo del Mediterraneo di Siracusa e quest’anno ha preparato e allenato Diorr De Mores, anglo arabo di 4 anni, rientrato tra i 18 cavalli scelti per il palio dell’Ascensione di Floridia.

Come è nata la passione per i cavalli e da quanto tempo lavori con loro?

La mia passione per i cavalli nasce sin da quando ero bambino, mio papà era un ex fantino, io svolgo questo mestiere da ben 15 anni ed è come se l’avessi fatto sempre. Sono anche un proprietario di cavalli e ho i colori per correre in ippodromo. Adesso sto lavorando per cercare di prendere la patente di allenatore professionista.

Da padre in figlio come alcuni dei tanti protagonisti del mondo del Palio oggi. Ti appassiona questa realtà o preferisci l’ippodromo?

Mio papà è stato allievo di Saro Pecoraro, detto Tristezza. Per un paio d'anni ha lavorato a Livorno con lui, di conseguenza, conosco più o meno il mondo dei Palii. È una realtà che sto vivendo adesso, per l’esattezza dallo scorso anno, e mi sta appassionando tanto. Qui a Floridia si tratta di un tracciato di pista dritta lunga 650 m quindi secondo me è tutto un lavoro diverso. L’anglo arabo è un po’ penalizzato in partenza, non è un cavallo che si “ingamba” subito, infatti il lavoro che abbiamo svolto principalmente in questi mesi è stato fatto al fine di migliorarlo in partenza per cercare di fargli prendere subito l'azione e sinceramente non è stato facile. Da due anni circa lavoro con i mezzosangue e ho notato che bisogna avere il cavallo che non ha problemi perché hanno un carattere particolare e bisogna rispettare con attenzione i loro tempi di lavoro e di riposo. Con Diorr de Mores fortunatamente tutti i lavori sono andati bene.

Che rapporto si è instaurato con Dior de Mores durante la preparazione e come lo vedi rispetto ai cavalli che hanno già esperienza nel palio?

Diorr è un cavallo con tanto potenziale, in Sardegna ha fatto un paio di piazzamenti e ha ottenuto risultati abbastanza discreti. È un cavallo che conosce il movimento, conosce la confusione ma che non si è mai approcciato al mondo del Palio e secondo me quest'anno l'esperienza farà la differenza. Voglio precisare che quest'anno ci sono cavalli che l'anno scorso hanno già partecipato al palio e che sicuramente hanno un punto a favore rispetto ai debuttanti, poi magari mi sbaglio.

Ti piacerebbe continuare questo percorso con gli anglo-arabi e fare anche qualche palio fuori?

A me piacerebbe, poi magari ne parleremo col proprietario del cavallo. Lui ha tutti i mezzi secondo me per fare bene e per i palii. È un cavallo serio durante il lavoro, non fa rifiuti, quando galoppa anche nei lavori più intensi non sente eccessivamente la fatica, recupera subito, mangia e non accusa niente quindi secondo me ha tutti mezzi a disposizione. Mi piacerebbe andare a fare i pali fuori anche per affrontare nuove esperienze e imparare cose nuove perché è tutto un altro mondo rispetto all’ippodromo. La massima ambizione è sicuramente Siena, però anche il palio di Asti e di Fucecchio non mi dispiacerebbero. Entrare in questo mondo mi darebbe la possibilità di conoscere e scoprire cose nuove, di stare a contatto con gente di palio e di cavalli, avrei l’occasione di farmi una nuova cultura perché col cavallo non si smette mai di imparare. In questo mestiere più avanti si va con i giorni i mesi e gli anni e più capisci che con i cavalli è sempre tutto da scoprire. È un animale che dà tante soddisfazioni, a volte delusioni, e che ti permette di crescere a livello sia professionale che umano. È un lavoro che non si può fare senza passione perché è pieno di sacrifici e bisogna essere forte e saper reagire alle situazioni.

Il Palio dell’ascensione merita i riflettori su di sé? Può essere un esempio per il mondo del Palio in Italia?

Vorrei ringraziare innanzitutto il Comune di Floridia che ci ha dato la possibilità di fare di fare questa festa: un grazie al sindaco, ai proprietari e a tutti i partecipanti. Che sia un buon esempio per tutti perché il cavallo qui è l’unico protagonista. I palii prima li facevano a Palermo, a Monreale, a Partinico, Sciacca…quello di Floridia è uno dei pochi rimasti e secondo me non bisogna togliere una tradizione che appartiene alla città. Togliere il Palio a Floridia è come togliere un pezzo di cuore alla città.

Lara Latragna



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